Le sconcertanti oscillazioni al ribasso di Bitcoin

La guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti potrebbe peggiorare, ma il semaforo resta verde per bitcoin.

Il settore bancario approva bitcoin!

La scorsa settimana, la più grande banca europea ha pubblicato un rapporto che prevede l’ingresso di bitcoin nelle riserve delle banche centrali prima del 2030. Questa settimana, è stato il turno della terza più grande banca d’investimento americana di fare il grande passo.

Morgan Stanley ha appena autorizzato i suoi consulenti finanziari a offrire bitcoin, fino al 4% del loro portafoglio. Di più se il cliente lo richiede.

Morgan Stanley offriva già ETF su Bitcoin (IBIT di BlackRock e FBTC di Fidelity) dall’agosto 2024, ma solo a chi possedeva almeno 1,5 milioni di dollari in asset…

Ora, tutti i tipi di conti, inclusi quelli di risparmio pensionistico, possono investire in bitcoin. Parliamo di 16 milioni di clienti per un valore di 8 trilioni di dollari.

Le cose si stanno chiarendo anche in Russia. Secondo l’agenzia di stampa TASS, il vice ministro delle Finanze Ivan Chebeskov ha riconosciuto che circa 20 milioni di russi utilizzano criptovalute e che il governo non dovrebbe opporsi a questa realtà.

TASS ci informa anche che le piattaforme di criptovalute detenevano l’equivalente di 10 miliardi di dollari alla fine del primo trimestre del 2025, con un aumento del 27% anno su anno. Principalmente in bitcoin (62%) e stablecoin USDT e USDC (16%).

Nel frattempo, il primo vice governatore della banca centrale russa, Vladimir Chistyukhin, ha annunciato che ora le banche possono toccare bitcoin. “Siamo arrivati al punto in cui dobbiamo legalizzare gli investimenti in criptovalute”, ha dichiarato.

Ci si chiede perché la Russia sia stata così lenta, sapendo che le banche russe sono disconnesse dalla rete SWIFT e che circa la metà delle riserve in valuta estera della Russia sono congelate (~300 miliardi di euro). Ma tutto arriva a chi sa aspettare. Hodl!

Bitcoin, un investimento ma anche una valuta

Stiamo ancora aspettando che altri paesi seguano l’esempio di El Salvador eliminando la tassa sulle plusvalenze per i pagamenti in bitcoin.

Ma forse non per molto. La Camera dei Deputati brasiliana ha respinto il 10 ottobre la proposta di tale tassa (18%). Il Parlamento brasiliano vuole mantenere l’esenzione fiscale per le plusvalenze fino a 6.500 dollari al mese.

Detto ciò, la Banca Centrale brasiliana vieta ancora l’uso delle criptovalute come mezzo di pagamento. Ma proprio come in Russia, 20 milioni di cittadini lo richiedono. In altre parole, la pressione sta aumentando.

Non passa mese senza che una multinazionale annunci l’accettazione di bitcoin. Abbiamo appreso questa settimana che Carrefour sta testando il Lightning Network e che UBER prevede di implementarlo nel prossimo futuro.

Secondo Jack Dorsey, fondatore di Twitter e CEO di Block, “abbiamo bisogno di un’esenzione fiscale per le transazioni quotidiane in bitcoin”. La senatrice americana Cynthia Lummis è d’accordo:

Tuttavia, la proposta di legge americana non va abbastanza lontano. L’esenzione fiscale è limitata ai pagamenti inferiori a 300 dollari, fino a 5.000 dollari all’anno. Potrebbe essere meglio.

Inoltre, Cynthia Lummis ha parlato recentemente anche del “Bitcoin Act”:

Legiferare è un lavoro a lungo termine e continuiamo a lavorare per l’adozione di questa legge, ma grazie al Presidente Trump, l’acquisizione di fondi per la riserva strategica di bitcoin può iniziare in qualsiasi momento.

Cynthia Lummis, Senatrice americana.

Inoltre, si vocifera che il Segretario al Tesoro abbia dichiarato durante una cena privata che il suo governo intende effettivamente accumulare più bitcoin…

La corsa istituzionale è appena iniziata

Il fondo gigante State Street (4,1 trilioni di dollari) prevede che la maggior parte degli investitori istituzionali raddoppierà le proprie partecipazioni in bitcoin entro il 2028. Questa previsione si basa su un sondaggio condotto tra istituzioni finanziarie internazionali.

Per il 27% di esse, bitcoin attualmente genera i rendimenti più elevati nel loro portafoglio di asset digitali. Quasi un quarto si aspetta che ciò continui per i prossimi tre anni.

“La nostra analisi suggerisce che entro il 2028, l’allocazione media istituzionale alle criptovalute [bitcoin] potrebbe raddoppiare dal 3% al 6%, trainata dalla tokenizzazione e dalla chiarezza normativa”, ha dichiarato Donna Milrod, direttrice di State Street.

Il leggendario investitore Ric Edelman ha detto: “Un bitcoin a 500.000 dollari non è audace. Rappresenta l’1% dei portafogli globali”.

A tal proposito, il fondo sovrano del Lussemburgo ha appena allocato l’1% del suo fondo intergenerazionale (FSIL) a bitcoin. Il ministro delle Finanze Gilles Roth lo ha annunciato durante la presentazione del bilancio alla Camera dei Deputati.

La corsa istituzionale, guidata da giganti come BlackRock, Strategy, Tesla, Fidelity, Morgan Stanley e persino fondi sovrani come quello del Lussemburgo, è reale. Delinea un futuro in cui bitcoin potrebbe rappresentare molto più di un semplice 1% dei portafogli globali.

In un momento in cui le tensioni geopolitiche scuotono i mercati tradizionali, bitcoin rimane un rifugio sicuro. Una valuta di riserva in potenza che aspira a diventare la pietra angolare di Bretton Woods 2.0.

Che sia attraverso le banche centrali, gli investitori istituzionali o i singoli individui, il vento sta cambiando per l’oro digitale. Non perderti il nostro articolo: Bitcoin: un fine anno storico?